Consulente Marketing Strategico, servizi indispensabili per l’azienda che desidera crescere. Consulenza Gratuita!

La nostra metodologia di lavoro prevede che l’erogazione del servizio derivi da un’attenta analisi strategica/operativa delle reali esigenze del cliente: egli può usufruire di una CONSULENZA MARKETING STRATEGICO TOTALMENTE GRATUITA che metterà, eventualmente, in risalto la necessità di uno o più servizi da noi offerti, tutti rivolti ad ottimizzare e/o consolidare le performance aziendali e personali.

Esaminiamoli singolarmente, seguendo le denominazioni riportate nel nostro sito www.marketingcolcuore.com:

Realizzazione business plan

Ti aiutiamo a realizzare un Business Plan con la strategia marketing migliore per la tua Azienda.

Come preparare un Business Plan per rendere la tua idea di business vincente?
Il Business Plan è un documento che illustra in modo quantitativo e qualitativo le strategie marketing future dell’azienda e le azioni da intraprendere per perseguire tali strategie.

Si tratta di un documento che solitamente copre un periodo prospettico di 3-5 anni. Per questo motivo deve essere aggiornato periodicamente, per inserire le novità in termini di risultati economici e finanziari raggiunti dall’ azienda e i conseguenti possibili cambiamenti delle strategie aziendali.

Quali argomenti deve trattare il mio BP?

  • L’ Executive Summary
  • La società
  • I prodotti
  • L’analisi del settore
  • L’analisi di mercato
  • La strategia di marketing
  • La struttura del management
  • Il piano di realizzazione
  • I capitali necessari
  • Le informazioni finanziarie.

Proviamo ora a capire quali informazioni deve contenere ogni punto.

L’Executive Summary: rappresenta la sintesi del progetto imprenditoriale futuro. E’ una sezione fondamentale del Business Plan, la cui lettura da parte di un potenziale investitore/lettore del Business Plan determinerà la volontà o meno di proseguire nell’approfondire l’intero documento.

La società: in questa sezione occorre fare una descrizione più approfondita della società, dei suoi obiettivi di breve e lungo termine, dei punti di forza e di debolezza e dei fattori di successo.

I prodotti: questa sezione è dedicata alla descrizione e all’ illustrazione approfondita dei prodotti/servizi attuali e ai piani per il futuro. È consigliabile specificare se i prodotti/servizi sono pronti per l’immissione sul mercato o, in caso contrario, indicare il time to market (tempo necessario al lancio del prodotto sul mercato).

Le caratteristiche distintive del prodotto o le altre possibili fonti di vantaggio competitivo dovranno essere dettagliatamente descritte.

L’analisi del settore: il fine di questa sezione è quello di spiegare il motivo per cui i prodotti/servizi daranno alla società un vantaggio competitivo sostenibile nel mercato.

L’analisi di mercato: questa sezione tratterà il tema della concorrenza e il posizionamento della società rispetto agli altri player; evidenzierà le reali opportunità per la società di raggiungere gli obiettivi prefissati.

La strategia di marketing: una volta completata la descrizione dettagliata del mercato, si passerà all’approfondimento dei metodi di distribuzione dei prodotti/servizi e alle strategie necessarie a tal fine.

La struttura del management: la presenza di un management solido è assolutamente fondamentale agli occhi del potenziale investitore. È consigliabile dare risalto a quelle esperienze del management che, nel complesso, possono ridurre il rischio tipicamente associato all’attività di impresa, soprattutto se si parla di start up o di società in rapido sviluppo.

Il piano di realizzazione: qui verranno elencate le azioni e le attività, suddivise per funzione aziendale, necessarie per raggiungere gli obiettivi della società. E’ necessario includere la tempistica di pianificazione marketing prevista per ogni attività pianificata, indicando i tempi d’inizio e di fine attività.

I capitali necessari: Per un potenziale investitore questa sezione sarà basilare per capire l’esborso finanziario richiesto. Le seguenti domande faciliteranno la preparazione:

  • Qual è l’importo totale dei fondi necessari al piano di sviluppo e qual è l’importo richiesto dalla società all’ investitore finanziario?
  • Qual è il “timing” di utilizzo dei capitali richiesti nei prossimi anni?
  • Quale parte di tali finanziamenti si richiede agli investitori e agli istituti di credito che riceveranno il Business Plan (compreso l’importo, i termini ed eventuali accordi di garanzia)?

Le informazioni finanziarie: È consigliabile presentare proiezioni quinquennali: mensili per il primo anno (budget) e il secondo anno e, se possibile, semestrali per i successivi tre. È inoltre indispensabile inserire nel Business Plan i dati finanziari storici.

Dopo tutta questa teoria ci serve un esempio pratico  Cos’è un Business Plan?.

Assistenza personalizzata di personale tecnico

Un nostro consulente marketing è a tua completa disposizione.

Il marketing strategico è personalizzato. Avere una strategia di marketing personalizzata è fondamentale per ogni impresa.

Tutte le persone che conoscono il significato delle parole “marketing strategico” o “consulenza marketing strategico” ne sono consapevoli.

Però in molti casi l’idea di business ha più attinenza con la passione di chi la manifesta (imprenditore) piuttosto che con un più che necessario quadro analitico e strategico. La passione, così come la competenza nello specifico business sono condizioni necessarie ma non più sufficienti, in particolare nei contesti iper-competitivi moderni. La mancanza di una strategia marketing e commerciale ed una corretta  pianificazione marketing è oggi la principale causa delle difficoltà in cui versano molte aziende (trovandosi a competere senza adeguati strumenti) esposte alle difficoltà di emergere e distinguersi. Il risultato è una perdita di valore percepito e quindi una necessità di promuovere prezzi troppo bassi per la sostenibilità finanziaria.

Infatti poche persone conoscono quale sia il reale significato del termine marketing, motivo per cui poche persone cercano per la propria azienda un consulente di marketing strategico. Il significato di marketing non è “pubblicità”; il termine marketing rappresenta l’insieme delle attività analitiche, strategiche e operative connesse all’essere sul mercato devono essere necessariamente assistite da personale tecnico specializzato. Tra queste attività analitiche c’è sicuramente la pubblicità, che rientra nella comunicazione in generale, ma ci sono anche le politiche di prezzo, le modalità di distribuzione, le strategie di prodotto e di servizio offerto. Ma soprattutto ci sono le analisi del mercato intero che può desiderare quel prodotto o servizio.

Lo schema seguente raffigura, in sintesi, le fasi che caratterizzano la creazione di piano di marketing strategico, suddiviso nelle tre fasi principali (analitico, strategico e operativo).

Per creare una vera strategia di marketing occorrono dalle dieci settimane a sei mesi di lavoro, di indagini, di ricerche, di valutazioni e confronti. Diffida di chi chiede solo qualche giorno di lavoro, perché forse non ti consegnerà una strategia personalizzata, né una pianificazione di marketing strategico.

Monitoraggio postevendita e ottimizzazione dei risultati

Monitorare oggi significa realizzare una strategia di pianificazione marketing domani.

Oggi come non mai le imprese si trovano ad operare in mercati competitivi e dinamici, caratterizzati da fenomeni di turbolenza ambientale difficilmente prevedibili, di rapida manifestazione e di elevata intensità. In tale contesto, i tradizionali sistemi di pianificazione e controllo di gestione non sono più sufficienti: è necessario introdurre sistemi di misurazione delle performance aziendali per interpretare e gestire il vantaggio competitivo indirizzando il comportamento dell’organizzazione in modo coerente con la strategia di sviluppo aziendale.

I business sono per lo più maturi, il numero di concorrenti aumenta, i clienti sono sempre più esigenti e le imprese sono costantemente alla ricerca di nuove opportunità e di nuovi vantaggi competitivi. In tale contesto, i tradizionali sistemi di pianificazione e controllo di gestione, che ruotano principalmente attorno ad indicatori economici e finanziari sviluppati secondo orizzonti di breve periodo, non sono più sufficienti in un’ottica di valutazione di creazione di valore e di capacità dell’azienda di competere in maniera duratura.

È opportuno, pertanto, che le imprese ripensino il proprio sistema di pianificazione marketing e controllo per renderlo atto a supportare i processi di pianificazione strategica nel tempo, sviluppandolo secondo logiche che prestino maggiore attenzione alle performance aziendali di medio-lungo termine, introducendo sistemi di misurazione delle stesse, atti a verificare e gestire la creazione di valore nel tempo.

Nel progettare un sistema di controllo di gestione in grado di cogliere le variabili strategiche, è imprescindibile definire i fabbisogni informativi che lo stesso deve soddisfare e fare in modo che i vertici aziendali e la struttura organizzativa siano sensibilizzati sui reali value drivers che creano vantaggi competitivi difendibili nel tempo, impattando sui risultati economici-finanziari futuri. Il nostro consulente marketing strategico diventerà il tuo collaboratore più fidato per far sì che la pianificazione marketing della tua impresa sia sempre sotto controllo.

Molto spesso, infatti, si osserva che la mancata realizzazione degli obiettivi strategici dipende da fattori quali: una strategia non condivisa, difficoltà a misurare il suo grado di realizzazione, risorse non responsabilizzate in funzione degli obiettivi e processi operativi non allineati con le linee guida strategiche.

Il sistema di controllo deve, quindi, essere strutturato per permettere di comunicare la strategia aziendale alle risorse operative, guidando l’organizzazione verso il raggiungimento degli obiettivi definiti, focalizzando l’attenzione anche sugli aspetti qualitativi del business e sui processi/attività che creano valore.

In tal senso, un efficace strumento di pianificazione e controllo è rappresentato dalla Balanced Scorecard (Bsc), basato su un sistema di indicatori-chiave, correlati alle attività operative e coerenti con gli obiettivi strategici dell’impresa, che non misurano solo la dimensione economico-finanziaria del business, ma anche le performance aziendali con riferimento a variabili qualitative rilevanti per la creazione di un valore duraturo.

Per superare il limite dei tradizionali strumenti di pianificazione e controllo, quindi, la Bsc cerca di analizzare i risultati dall’azienda sulla base di quattro diverse prospettive di performance aziendale.

La prospettiva economico-finanziaria, che analizza i risultati dell’azienda in termini finanziari e di redditività, utilizzando i tradizionali indicatori di performance quali ad esempio:

  • il ROI (Return On Investment), dato dal rapporto tra il reddito operativo lordo della gestione caratteristica e il capitale investito. Esso esprime il rendimento del capitale investito nell’attività tipica aziendale;
  • il ROE (Return On Equity), dato dal rapporto tra utile d’esercizio ed il capitale proprio, che indica la redditività dei mezzi propri investiti in azienda;
  • il ROS (Return On Sales), dato dal rapporto tra reddito operativo lordo della gestione caratteristica e ricavi netti di vendita, che esprime la redditività delle vendite indicando quanto residua dopo la copertura di tutti i costi della gestione caratteristica;
  • DCF (Discount ed Cash Flow), che misura il valore dell’azienda per gli azionisti, determinato sulla base della stima dei flussi di cassa futuri scontati e delle Passività aziendali;
  • EVA (Economic Value Added), che confronta il ritorno del capitale investito in azienda con il costo dei fattori che lo hanno generato, permettendo di verificare se si sono prodotti profitti superiori rispetto al rendimento che il capitale investito in azienda produrrebbe se fosse investito in altre attività rischiose.

I suddetti indicatori di tipo economico-finanziario, seppur indispensabili, non sono sufficienti a misurare le performance aziendali secondo un approccio di creazione di valore.

La prospettiva del cliente: l’obiettivo è il miglioramento dell’offerta e del servizio per il cliente, nella consapevolezza che, nel contesto di competitività in cui le aziende si trovano ad operare, si deve porre sempre maggiore attenzione al concetto di qualità del prodotto/servizio. Per ogni Area Strategica di Affari si devono individuare, pertanto, i clienti e le misure di performance principali a cui far riferimento per l’acquisizione ed il mantenimento degli stessi. I possibili customer driver potrebbero essere rappresentati: dal tasso di fidelizzazione dei clienti, dalla capacità di acquisirne di nuovi, dal grado di soddisfazione dei clienti, dal livello di redditività del cliente, dalle relazioni sviluppate.

La prospettiva dei processi aziendali interni: l’obiettivo è definire i processi “critici” che sono in grado di attrarre e mantenere i clienti e nei quali, quindi, l’azienda deve eccellere. Questo determina l’esigenza di miglioramenti continui e impone un ripensamento/revisione dei processi interni. Gli indicatori più significativi nella prospettiva di valutazione dei processi operativi sono generalmente espressi in termini di gestione economica delle attività e qualità dei processi.

La prospettiva dell’innovazione e dell’apprendimento: la dinamicità dell’ambiente esterno in cui operano le imprese impone un continuo aggiornamento delle conoscenze e delle competenze in modo da indirizzare la competitività verso i livelli di eccellenza richiesti dal mercato.

La formazione e il continuo apprendimento sono elementi chiave che consentono uno sviluppo globale dell’organizzazione in termini di: capacità e competenze, motivazione, responsabilizzazione e coinvolgimento.

Analisi di indirizzo e posizionamento del prodotto/servizio

Per fare in modo che la produzione sia sempre rispondente alle esigenze concrete dei tuoi clienti occorre che il nostro consulente marketing individui e pianifichi la strategia marketing più idonea.

Conoscere il mercato di riferimento della neo-impresa e, soprattutto, i futuri concorrenti e clienti, è fondamentale. Spesso capita che, innamorati della propria idea, non si veda o si sottovaluti il contesto in cui si andrà ad operare: il mercato.  Errore frequente che a volte può essere fatale o quantomeno provocare seri problemi per l’impresa. Conoscere il mercato di riferimento della propria azienda significa analizzare attraverso il business plan (o progetto di impresa):

  • concorrenti potenziali diretti (coloro che producono il mio stesso bene o erogano il mio stesso servizio);
  • concorrenti indiretti (coloro che producono un bene o erogano un servizio che può facilmente sostituire il mio);
  • clienti potenziali (i loro bisogni, le loro caratteristiche, i loro processi di acquisto ecc.).

È il mercato di riferimento che detta le “regole del gioco”: conoscerle e farle proprie è un vantaggio nei confronti della concorrenza. Una giusta ricerca di mercato, una approfondita analisi degli attori che agiscono all’interno di esso offre una serie di informazioni, quali prezzi applicare, quali politiche promozionali e distributive (dove, a chi, come affidare la vendita e la distribuzione dei beni prodotti o servizi erogati), che ben utilizzate possono rendere l’idea vincente.

Le tappe del business plan per capire il contesto in cui si andrà ad operare, le sue regole di funzionamento e come inserirsi con il proprio prodotto o servizio sono:

1) ANALISI SETTORIALE: indicare le caratteristiche dell’ambiente generale e verifica di come ci si possa inserire nelle dinamiche settoriali.

2) ANALISI DEL MERCATO DI RIFERIMENTO: riconoscere del proprio segmento di mercato e della concorrenza diretta; misura e confronto del proprio grado di competitività.

3) DECISIONI STRATEGICHE E PIANO DI MARKETING: riportare la scelta dei mezzi di cui dotarsi per entrare nell’arena competitiva e delle modalità con cui competere (fissazione del sistema di obiettivi); determinazione degli obiettivi commerciali ed elaborazione del piano operativo.

4) ANALISI PRODOTTO/SERVIZIO, indicare:

  • descrizione tecnica del prodotto/servizio (descrizione delle principali linee di attività: funzioni d’uso, vantaggi per il cliente, caratteristiche tecniche, tecnologie produttive, materie prime);
  • descrizione degli elementi innovativi del prodotto/servizio rispetto al mercato attuale – stato di avanzamento dello sviluppo del prodotto (idea, progetto, prototipo…).

Nel business plan, la parte dedicata alla presentazione/analisi del mercato di riferimento in cui la futura azienda intende inserirsi, apre con l’ANALISI SETTORIALE L’analisi del proprio ambiente inizia prendendo in considerazione le variabili macroeconomiche che possono influire sulla vita dell’impresa e, in particolare, andando ad indagare sulle dinamiche settoriali.

Nell’ambito di una piccola impresa è tuttavia irrilevante (salvo che per una ristretta minoranza di casi) svolgere un’indagine di carattere macroeconomico se non con riguardo al settore. Si può quindi in primo luogo, in base al proprio “output” ed ai fattori produttivi utilizzati, definire il proprio settore. Una volta identificatolo, è opportuno svolgere una ricerca al fine di conoscere e quindi indicare:

  • la struttura del settore (in particolare verificando l’esistenza o meno di barriere all’ingresso
  • normative particolari che lo regolino, difficoltà di approvvigionamento, economie di scala, necessità di forti investimenti per iniziare l’attività ecc.
  • sua profittabilità media, potere contrattuale dei fornitori e dei clienti, tecnologie dominanti, struttura dei costi ecc.);
  • le caratteristiche della domanda (in particolare verificando l’andamento dei consumi – in valore ed in volume – e il loro andamento negli ultimi tre (o più) anni attraverso una aggregazione dei prodotti omogenei, la localizzazione della domanda, le varie tipologie di clienti, ed eventualmente la sua elasticità rispetto al prezzo ed al reddito – per verificare la sua sensibilità rispetto ai fattori congiunturali – ecc.);
  • le caratteristiche dell’offerta (struttura e dimensione, grado di concentrazione, fattori critici di successo, grado di competitività, ecc.).

L’analisi di settore serve per avere una visione corretta di quelli che sono i vincoli e le opportunità dell’ambiente generale. Per questo motivo la sua profondità dovrà essere tanto maggiore quanto più ampia è la dimensione dell’iniziativa imprenditoriale sebbene una sua generica conoscenza sia sempre raccomandabile.

Successivamente ed in base alle caratteristiche del proprio prodotto/servizio, è necessario scegliere il segmento di mercato a cui rivolgere l’offerta aziendale; si procederà quindi con le seguenti fasi:

  1. a) individuazione dello stadio in cui il prodotto si colloca rispetto al suo ciclo di vita (introduzione, sviluppo, maturità, declino, rivitalizzazione); l’individuazione dello stadio servirà per tenere presenti le strategie e le politiche tipiche di ciascuna fase;
  1. b) segmentazione della domanda; i criteri da utilizzare a tale scopo, ovviamente da adattare al tipo di mercato in cui le aziende operano (diversamente utilizzabili in particolare se si tratta di beni di consumo o meno), sono essenzialmente:

1- di tipo OGGETTIVO: se si aggregano i consumatori in base a comuni caratteristiche geografiche, socio-economiche, demografiche (età, sesso, reddito, luogo, classe sociale, grado d’istruzione etc.);

2- di tipo SOGGETTIVO: se si prendono in considerazione comuni caratteristiche psicologiche, comportamentali, motivazionali (stile di vita, abitudini di consumo, sensibilità verso alcuni fattori etc.).

E’ evidente che la scelta delle variabili da utilizzare per procedere alla segmentazione sarà subordinata alle caratteristiche del proprio prodotto/servizio.

  1. c) scelta dei segmenti di mercato; a questo punto sulla base della tipologia del cliente determinata dalle caratteristiche del prodotto/servizio si devono scegliere i segmenti di mercato su cui concentrare la propria attenzione indicando le motivazioni che hanno spinto a tale scelta; particolare attenzione andrà rivolta all’area geografica del mercato di sbocco ed alla descrizione delle caratteristiche soggettive del cliente tipo.
  1. d) In base alla segmentazione effettuata è possibile poi procedere ad una quantificazione dei potenziali clienti (sommando evidentemente i clienti tipo dei segmenti prescelti).

L’analisi al tempo stesso deve proseguire andando ad individuare la concorrenza diretta (e cioè quella che si colloca sugli stessi nostri segmenti di mercato) ed indiretta (quella che invece offre prodotti/servizi sostitutivi rispetto al nostro). Una volta individuata si dovrà procedere ad una sua quantificazione e, nel caso si riveli molto numerosa, si dovrà effettuare una classificazione della stessa potendosi a tale scopo utilizzare la seguente ripartizione (basata sul tipo di presenza strategica sul mercato delle imprese concorrenti):

  • a) imprese leaders;
  • b) imprese forti;
  • c) imprese di nicchia;
  • d) imprese minori, al fine di potere individuare i soggetti su cui approfondire l’analisi (evidentemente quelli con cui ci si dovrà confrontare direttamente e che presentino quindi caratteristiche simili alle nostre in termini di quota di mercato e di posizionamento del prodotto).

E’ evidente quindi che anche l’individuazione della concorrenza deve essere compiuta parallelamente (e conseguentemente) all’analisi della strategia di inserimento.

Di tutti i soggetti individuati al punto B2 (salvo quanto detto sopra) si dovrà quindi conoscere (ed indicare sul piano d’impresa):

  • quota di mercato;
  • strategie di marketing adottate;
  • punti di forza e di debolezza;
  • struttura organizzativa, al fine di poter valutare le barriere all’entrata, le possibili reazioni ad un nuovo ingresso sul loro mercato, le informazioni necessarie per la predisposizione del piano di marketing.

Percorso formativo personalizzato, un nostro consulente marketing strategico ti seguirà nel tuo percorso di apprendimento

Ogni individuo segue un diverso approccio di apprendimento: nel marketing strategico tali differenze crescono, è necessario pianificare e personalizzare tutte le fasi formative di ciascuno.

Ogni percorso formativo per noi deve essere personalizzato, coinvolgente, emozionale per trasferire motivazione e metodologie. Si tratta di un percorso metodologico abbondantemente testato con ottimi risultati. La formazione è il momento chiave; un trasferimento sbagliato mette a rischio il risultato finale. Un trasferimento corretto crea entusiasmo e competenza. È per questo che Marketing col Cuore ritiene giusto farti affiancare da un consulente marketing strategico in grado di creare un percorso formativo studiato su misura per le tue esigenze.

I percorsi formativi personalizzati si suddividono in tre distinte aree:

AREA MARKETING

  • Marketing strategico
  • Ricerche di mercato
  • Sistema informativo di marketing
  • Marketing mix
  • Retail marketing
  • Trade marketing
  • Customer satisfaction
  • Call center, Help desk
  • Gestione del reclamo

AREA VENDITE

  •  Tecniche di vendita
  • Tecniche di vendita assistita
  • Negoziazione efficace
  • Le vendite complesse
  • Il management commerciale
  • Gestione della rete distributiva
  • Le vendite a libero servizio
  • Il visual merchandising
  • Il category management
  • La gestione del punto vendita
  • L’assortimento

AREA MANAGEMENT

  • Gestione dei collaboratori
  • Tutoring & Coaching
  • Gestione del tempo
  • Project Management
  • Problem solving
  • Decision making
  • Gestione delle riunioni
  • Public speaking
  • Tecniche di presentazione
  • La delega
  • Gestione del conflitto e negoziazione
  • Marketing interno
  • Gestione dello stress

Gestione delegata di attività aziendali

(es. gestione finanziaria e rapporti commerciali, visure e acquisizione documentazione aziendale)

Al tuo posto per aiutarti e non per sostituirti nelle attività marketing.

La delega. Come e quali sono i vantaggi del delegare?

Delegare ti riduce la lista delle “cose da fare” e fa crescere la tua organizzazione. Delegare in modo efficace può produrre molti vantaggi per voi, la vostra squadra e la vostra organizzazione. Delegando riusciremo a ridurre il carico di lavoro e il livello di stress, eliminando così dalla nostra lista di “cose da fare” attività per le quali altri sono più qualificati. Così avremo più tempo da dedicare ad attività che richiedono le vostre capacità specifiche e la vostra autorità: la pianificazione, l’analisi del business, il controllo delle operazioni, l’ottenimento di risorse e la risoluzione dei problemi con soggetti-chiave per l’attività dell’organizzazione.

La delega migliora il livello di fiducia tra voi e il vostro staff. Per conquistare la fiducia dovete prima dare fiducia e delegare è uno dei modi per farlo.

Questo è il messaggio nella delega: “Ho fiducia che tu possa fare questo lavoro”. Inoltre aiuta ciascuno a imparare a raggiungere gli obiettivi tramite uno sforzo comune.

Infine, delegare è un modo efficace per “testare” le capacità di un membro dello staff prima di una promozione. Assegnate una serie di incarichi ad un dipendente e presto avrete un’opinione valida sui suoi punti di forza e di debolezza.

Nello stesso modo i buoni collaboratori traggono vantaggio della delega di compiti e progetti. Ogni assegnazione è un’opportunità per imparare come affrontare delle responsabilità, come pianificare il lavoro e come ottenere la collaborazione degli altri. In pratica, la delega, offre ai dipendenti un’esperienza di lavoro manageriale. E lo sviluppo delle persone fa parte del vostro lavoro.

Help Desk aziendale

(servizio assistenza marketing 24h)

Non sei mai solo: il marketing strategico per noi merita costante attenzione, il tuo consulente lo sa.

Si tratta di un servizio aziendale che fornisce informazioni ed assistenza, in h 24, a clienti/utenti che hanno problemi nella gestione di un prodotto/servizio, cercando di risolvere il problema stesso attraverso un sistema gestito da remoto da parte di personale addetto È possibile accedere all’help desk attraverso diverse modalità, tutte improntate alla riduzione dei tempi d’intervento ed alla ricerca di soluzioni definitive delle problematiche tecniche ed operative.

Audit marketing: studio del mercato e dei competitor

Dal giusto equilibrio tra domanda e offerta nasce la strategia marketing più idonea per considerare i tuoi competitor un’opportunità e non un problema.

Cos’è un audit di marketing?

Quando un’azienda vuole fare un piano marketing ha bisogna di alcuni strumenti per misurare la propria situazione economica, di selezione del mercato, di penetrazione del mercato, e la fattibilità dei propri obiettivi.

Il processo di Auditing è di solito collegato agli aspetti finanziari di un’attività e viene svolto secondo una serie di regole ben precise, documentabili e di facile comprensione.

Un audit marketing, infatti è lo strumento per mezzo del quale un’azienda può capire in che rapporto si pone rispetto all’ambiente in cui esso opera.

E’ lo strumento con il quale un’azienda riesce ad identificare i propri punti di debolezza e di forza in rapporto alle opportunità e alle minacce esterne.

Un audit è una verifica e una stima sistematica operata senza pregiudizi dell’azienda in esame nel contesto del mercato di riferimento.

Purtroppo, la maggioranza delle aziende sente l’esigenza di un audit solo quando le cose iniziano ad andare male, come una riduzione delle vendite o una eccessiva mortalità della clientela, o una perdita di quota di mercato. Quando succede, la gestione dell’azienda cerca i sintomi negativi e come una medicina cerca di guarirli per tornare allo stato precedente. Tali provvedimenti, comunque, potrebbero non avere gli effetti desiderati nel lungo periodo, perché si agisce solo sul sintomo senza analizzare davvero quale è la problematica che sta alla base del sintomo stesso. Un audit marketing, permette di prevedere situazioni difficili, con l’analisi delle minacce, e soprattutto con azioni di marketing mirato di anticipare i problemi e rafforzarsi anche nelle situazioni di crisi.

Un vecchio adagio dice: “prevenire è meglio che curare”, noi ti offriamo tutti gli strumenti più aggiornati ed idonei per prevenire il peggio, anzi, evitarlo. Lo facciamo con un consulente che conosce alla perfezione la strategia marketing che può sostenerti anche nei momenti più critici.

L’audit deve essere diviso in Audit esterno e Audit interno.

L’Audit Esterno è quello relativo alle variabili fuori dal controllo dell’azienda come ad esempio:

  • Situazione politica
  • Situazione economica dei mercati internazionali
  • Nuove tecnologie che escono
  • Mercato
  • Concorrenza e azioni dei concorrenti
  • Redditività.

L’Audit Interno, invece, è relativo alle variabili controllate dall’azienda:

  • Vendite
  • Quota di mercato
  • Margini di utile/costi
  • Procedure di mercato
  • Ricerca e sviluppo
  • Variabili del marketing mix (product management, prezzo, distribuzione, promozione).

Questa differenza è fondamentale per definire, in maniera critica e senza pregiudizi, quali sono le aree di azione e le regole implicite del mercato per stabilire strategie di marketing di successo.

In conclusione, l’audit marketing è un processo che misura lo stato dell’azienda in relazione al mercato di riferimento. Fondamentale farlo insieme o prima dello studio del piano marketing per avere un quadro quanto più preciso possibile al fine di prendere decisioni ad alta probabilità di successo.

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